Il Dybbuk
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"Ma cos'è successo?"
Un momento fa ero nel salone principale del castello sulla scogliera insieme a Kate Moss...e ora? Mi trovavo forse in un'altra dimensione? Avevo forse valicato il confine che separa la vita dalla morte? Mi ero appisolato e stavo sognando?
-Magari, se la pianti di stare a testa in giù, torna tutto come prima-
Quella voce mi faceva raggelare il sangue nelle vene.
Maledetta Kate Moss, le avrei dato volentieri una papagna sulla sua zucca vuota, buona solo per trasformarsi in carrozza. E anche a quel Doherty, che faceva di tutto fuorchè il cantante, ovvero quello per cui era pagato.
Ragazzini viziati, a cui la vita ha dato tutto, che giocavano a fare i grandi per non sentirsi inferiori. Quanto odio questa categoria di persone.
Ma ora è meglio tornare all'indagine. Prima, però, devo dire a mamma di buttare la pasta...e guai a lei se non è al dente, senza parmigiano e 30 cl di passata di pomodoro pachino.
Estraggo il cellulare. E' fighissimo, ultimo modello. Nessuno ce ne ha uno uguale. Anche perchè a quelli che ce l'hanno, glielo rubo e glielo rompo. Igh, igh, igh.
-Qui non prende, è inutile-
Controllo il monitorino. Effettivamente non prende. Dannazione, Kate ha ragione. La cosa mi infastidisce. Non voglio darle ragione. Non voglio, non voglio, non voglio, ecco.
-Non è vero, prende benissimo. Basta solo che vado sul terrazzo- la mia voce trema un pochino. E' perchè sono buono, non riesco a mentire.
Wooosshh!!
Che spettacolo. Il picchiettare della pioggia, il soffiare del vento, il crepitare (vabbè, questa me la invento io) delle onde, l'urlare di quel pescatore che sta affondando. Resterei ore e ore ad ascoltarli.
Il terrazzo, infatti, si affaccia direttamente sul mare. Volendo, uno potrebbe lanciarsi e cadere in acqua, e gli resterebbe una possibilità di uscirne incolume.
Il luogo ideale per un delitto.
Ma, per fortuna, non sembra esserci nulla di particolare, a parte quella macchia di sangue che mi ha piastricciato tutte le scarpe.
Dannazione, erano scarpe di Armani. Gliel'avevo sottratte mentre era intento a dire che <<abbandonare gli animali non è di moda>> ridendo come un'ebete e strozzando il cane che la produzione gli aveva affibbiato per lo spot.
Una bella pubblicità, quella, che tocca direttamente il cuore dei cittadini, compreso il mio.
Io odio quelli che abbandonano gli animali. Quando devo andare in vacanza, e non posso portarmi dietro Fuffy, il mio cihuahua, lo porto al canile di Lecco, dove può stare in pace.
Lì, infatti, so che ha un'ampia scelta: può morire di inedia, di peste bubbonica, sbranato da una tribù di pantegane o maciullato dagli inservienti della Lega Antivivisezione che poi lo rivendono al mercato.
Perchè ho mosso questa critica sociale al canile di Lecco? Dev'essere colpa di questo posto, io non ho nulla contro il canile di Lecco. C'è pure mia suocera, lì.
Mah. E' meglio che mi distragga un attimo.
Decido di tornare nel salone, per vedere se alla tv c'è "Pollyanna".
Ma sono costretto a fermarmi. Un foglietto cade dal piano superiore. Qualcuno ha lasciato la finestra aperta.
Uhm. Metro. City Milano. Leggo:
Otto piccoli utenti
se ne andarono al mar:
quello con due nomi non tornò,
sette soli ne restar
Dio mio. Un altro utente scomparso.
Ma chi?
Rileggo la strofa. Due nomi. Chi può avere mai due nomi, al giorno d'oggi?
"Uno con genitori indecisi", è ovvio.
Uhm.
Due nomi. La chiave è tutta lì. E' la serratura che non trovo.
Vediamo un po'. No, non il fiume. Un po' di utenti. No, non un fiume di utenti.
Qui l'unica è pregare Dio. Già, ma quale? Astaroth?
Ma sì, era ovvio. Astaroth-Dyl4n B4Rr0n. Due nomi. Ed è andato via.
E' lui. Ma cerrrrto che è lui.
Mentre zittico Jessica Fletcher, che ha da obiettare, mi accorgo che la puntata è finita e devo cenare.
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